Potrebbe essere una buona notizia, se ci fosse un po' di buon senso. Invece la giunta Zaia insiste:«è una priorità». A costo di massacrare la sanità pubblica.
Luca Coletto, assessore regionale alla
sanità, ha dichiarato «I fondi ex articolo 20 destinati
all'edilizia sanitaria sono esauriti. Le Regioni devono lavorare in
autonomia, per questo motivo è fondamentale valutare una forma di
finanziamento mista tra pubblico e privato». Si veda Il Mattino di Padova del 27/10/2013.
Dichiarazione importante per due
motivi. Ammette che dal bilancio nazionale non arriverà alcun
finanziamento per la costruzione del nuovo
mega-ultra-ospedale-galattico del mega-ultra-presidente-Luca Zaia,
come era del tutto ovvio immaginare in un periodo di recessione senza
precedenti dal dopoguerra. E poi perché l'ospedale si farà
ugualmente. Lo farà la regione attraverso lo strumento della finanza
di progetto.
La finanza di progetto è un
marchingegno perverso nel quale sia il pubblico (la regione) sia il privato
(una finanziaria in questo caso) concorrono alla spesa. Il privato
costruisce e in cambio riceve concessioni pluridecennali su alcuni
servizi erogati nella struttura e riscuote un canone annuale, particolarmente oneroso, dall'amministrazione pubblica.
Le esperienze fatte fino a questo
momento sono state disastrose. Su questo mi ripropongo di ritornare
riportando i casi concreti elencati nel volume “I padroni delVeneto” di Renzo Mazzaro, Laterza. Per il momento va registrato che
i canoni annuali si sono rivelati estremamente onerosi.
Per il momento chiediamoci: con quali risorse la
regione finanzierà la propria quota? Il sospetto che lo faccia
tagliando posti letto è concreto. Il piano socio sanitario regionale
è lì a testimoniarlo, con il suo interminabile elenco di tagli ai
posti letto, ai reparti, ai servizi. Un massacro col quale finanziare
un'opera faraonica, almeno 652 milioni euro.
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