3.11.13

Nuovo ospedale di Padova. Da Roma neanche un euro

Potrebbe essere una buona notizia, se ci fosse un po' di buon senso. Invece la giunta Zaia insiste:«è una priorità». A costo di massacrare la sanità pubblica.

Luca Coletto, assessore regionale alla sanità, ha dichiarato «I fondi ex articolo 20 destinati all'edilizia sanitaria sono esauriti. Le Regioni devono lavorare in autonomia, per questo motivo è fondamentale valutare una forma di finanziamento mista tra pubblico e privato». Si veda Il Mattino di Padova del 27/10/2013.
Dichiarazione importante per due motivi. Ammette che dal bilancio nazionale non arriverà alcun finanziamento per la costruzione del nuovo mega-ultra-ospedale-galattico del mega-ultra-presidente-Luca Zaia, come era del tutto ovvio immaginare in un periodo di recessione senza precedenti dal dopoguerra. E poi perché l'ospedale si farà ugualmente. Lo farà la regione attraverso lo strumento della finanza di progetto.
La finanza di progetto è un marchingegno perverso nel quale sia il pubblico (la regione) sia il privato (una finanziaria in questo caso) concorrono alla spesa. Il privato costruisce e in cambio riceve concessioni pluridecennali su alcuni servizi erogati nella struttura e riscuote un canone annuale, particolarmente oneroso, dall'amministrazione pubblica.
Le esperienze fatte fino a questo momento sono state disastrose. Su questo mi ripropongo di ritornare riportando i casi concreti elencati nel volume “I padroni delVeneto” di Renzo Mazzaro, Laterza. Per il momento va registrato che i canoni annuali si sono rivelati estremamente onerosi.

Per il momento chiediamoci: con quali risorse la regione finanzierà la propria quota? Il sospetto che lo faccia tagliando posti letto è concreto. Il piano socio sanitario regionale è lì a testimoniarlo, con il suo interminabile elenco di tagli ai posti letto, ai reparti, ai servizi. Un massacro col quale finanziare un'opera faraonica, almeno 652 milioni euro.

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