15.4.24

La diagnostica per immagini nell'Ulss 5 Polesana, penalizzati anziani e non informatizzati




Scarica il modulo con cui richiedere la consegna del referto cartaceo e del relativo cd senza costi, da distribuire a chi non è in grado di scaricare il pesante download


L'Ulss 5 Polesana, dal primo gennaio, non consegna più gli esiti degli esami di diagnostica per immagini (radiografie / mammografie / Tac/ Rm ecc.) con il classico cd-rom. I pazienti sono obbligati a una procedura informatica non banale per entrare, finalmente, in possesso dei propri dati sanitari. Pare che questa ideona sia venuta al primario della radiologia di Rovigo e che sia stata prontamente sposata dalla direzione dell'Ulss.

Le farmacie non ritengono che lo scaricamento della diagnostica per immagini - a volte molto lungo per la mole dei dati in gioco - sia una prestazione prevista dalla convenzione in essere con l'Ulss che prevede invece lo scarico degli esami di laboratorio degli utenti, tipicamente sangue e urine, del peso però di pochi Kbyte di dati.

Così si crea un corto circuito che penalizza principalmente anziani, non informatizzati e stranieri, e arriva a toccare persino chi dispone di computer e delle conoscenze tecniche necessarie ma ha una connessione poco veloce e stabile alla rete.

Forse consapevoli del disastroso effetto di questa decisione e della dubbiosa legittimità della stessa, dall'Ulss hanno reso disponibile un modulo con cui richiedere la consegna del referto cartaceo e del relativo cd senza costi a carico del paziente.

Come comitato lo rendiamo disponibile ai lettori del blog con l'aggiunta della delega eventualmente necessaria nel caso l'interessato/a non possa recarsi personalmente allo sportello.

Ci riserviamo altresì di chiedere all'Ulss di rendere disponibile il modulo già in fase di accettazione in modo da evitare inutili perdite di tempo allo sportello. Interesseremo, inoltre, i sindaci dei Comuni polesani affinché rappresentino alla direzione dell'azienda l'opportunità di terminare questa pratica vessatoria nei confronti dei cittadini meno attrezzati.

Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca"

Scarica il modulo in formato pdf



10.4.24

Ospedale San Luca, un declino incontrovertibile


Lettera pubblicata dal Gazzettino di Rovigo il 9 aprile 2024

Il nuovo direttore generale dell’Azienda Uls 5 Polesana dott. Girardi si è molto speso in queste prime settimane di mandato in dichiarazioni rassicuranti sul futuro dell’Azienda che è stato chiamato a dirigere. Come ci stanno purtroppo ricordando i tristi tempi che stiamo vivendo, in una guerra gioca un ruolo essenziale la propaganda. E anche quella per salvaguardare o affossare la Sanità Pubblica è una guerra, pur senza armi. Sembra che tutto vada bene o quasi e che, in futuro, andrà ancora meglio. Ci è toccato persino di leggere, in un resoconto giornalistico seguito alla riunione tra Girardi e la Giunta di Trecenta, che la realtà ospedaliera altopolesana sarebbe al centro di polemiche sul suo presunto ridimensionamento alimentate da uno dei due Comitati presenti al San Luca (quello “cattivo” della manifestazione del 26 febbraio scorso,  mentre l’altro è buono e collaborativo, ca va sans dire). Presunto ridimensionamento? Polemiche? Qui c’è qualcuno che ha dei problemi con il principio di realtà e anche con la lingua italiana. Il ridimensionamento del nosocomio trecentano non è presunto ma è assolutamente reale ormai da lustri; il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca non fa polemiche ma sottopone all’attenzione dei responsabili e della cittadinanza i dati, forniti anche dalla stessa dirigenza Uls, che attestano come il declino di questa meravigliosa struttura sanitaria sia un fatto incontrovertibile. Siamo stanchi di propaganda, siamo stanchi di sentir parlare delle abusatissime  “eccellenze”, siamo stanchi di pannicelli caldi (il medico in più promesso per il Punto di Primo Intervento), siamo stanchi di sentirci dire che il Pronto Soccorso non può riaprire perché non si trovano i medici. Sono anni che sentiamo ripetere a macchinetta le stesse parole. Voi siete pagati, e profumatamente, per risolverli i problemi non per ricordarci che esistono. Un vero ospedale è costituito da posti letto (si, da posti letto! Vi ha insegnato niente l’epidemia di covid che non ha fatto altro che mettere in luce ed amplificare le scellerate politiche di tagli selvaggi praticate nei decenni precedenti in tutta Italia?). Un vero ospedale vuole un Pronto Soccorso funzionante h24; vuole un laboratorio analisi sempre attivo; vuole reparti strutturati e funzionanti (ricordate l’ospedale su due sedi di cui parlava qualche buontempone?); vuole una Ostetricia in cui far nascere i bambini (altrochè 500 parti per avere un servizio sicuro…e magari i pargoli vengono alla luce lungo la strada); vuole poliambulatori che diano risposte ai residenti del comprensorio senza obbligarli a trasferte allucinanti all’altro capo del Polesine…e fermiamoci qua. L’eccellenza della Riabilitazione e l’Ospedale di Comunità sono parenti delle RSA e delle Case di Riposo; sono senz’altro servizi utili ma che danno lustro ad una realtà ospedaliera solo se sono “aggiuntivi” ai servizi fondamentali, non se ne costituiscono l’ossatura. Le Giunte Galan – 1995-2010 e Zaia – dal 2010 ad oggi - hanno penalizzato la Sanità Pubblica e favorito quella privata in maniera vergognosa; hanno punito il San Luca e tutti gli altopolesani come nessun altro nella Regione Veneto. Quali peccati dobbiamo scontare? E quando finirà la nostra penitenza? E se si continua a parlare di “sanità territoriale”, di Case di Comunità, si abbia almeno l’onestà di far presente che i mitici fondi del Pnrr riguardano solo la realizzazione delle strutture, ma non possono essere utilizzati per il reclutamento del personale che dovrà farle funzionare: se sono trascorsi anni senza che chi di dovere sia stato in grado di assumere dei medici per far funzionare un P.S., chi e come riuscirà a trovare le centinaia/migliaia di medici ed infermieri necessari per queste Case? Non se ne può più di propaganda, basta per favore!

Paolo Rizzati
(componente Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca)


3.4.24

Ospedale "San Luca". Il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 tra promesse e propaganda

Il nuovo direttore generale dell'Ulss visita il "San Luca" e l'approccio non è dei migliori:

"No al ripristino del Pronto Soccorso". Ben che vada ci sarà forse un medico in più, la notte, per non lasciare il Punto di Primo intervento completamente sguarnito in caso di chiamate al 118.

E poi l'esaltazione dell'ospedale di comunità, una struttura che fornisce soltanto un'assistenza di tipo infermieristico e che potrebbe essere collocata anche esternamente all'ospedale, in un punto sanità o in una casa di riposo.

Per il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 Polesana i problemi del "San Luca" consisterebbero nelle "polemiche alimentate" dal nostro comitato per il "presunto ridimensionamento dell'ospedale" (vedi Rovigo News https://www.rovigo.news/il-dg-dellulss-5-polesana-pietro-girardi-ha-incontrato-la-sindaca-anna-gotti/).

Di seguito si riporta la risposta del Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca".

------INIZIO DOCUMENTO

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”

Aderente a CoVeSaP, Coordinamento Veneto Sanità Pubblica - sito internet: https://ospedaletrecenta.blogspot.com/

Cominciamo male!

Per il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 Polesana i problemi del "San Luca" consisterebbero nelle "polemiche alimentate" dal nostro comitato per il "presunto ridimensionamento dell'ospedale" (vedi https://www.rovigo.news/il-dg-dellulss-5-polesana-pietro-girardi-ha-incontrato-la-sindaca-anna-gotti/).

Come non fosse vero che:

  • dei 132 posti letto programmati dalla regione ne sono attivi solo 80;

  • il Pronto Soccorso non è più stato ripristinato dopo il Covid;

  • gli accessi al Punto di Primo Intervento si sono ridotti di 5.000 unità ;

  • l'orario di funzionamento del Laboratorio Analisi è stato limitato a sole sei ore al giorno;

  • il reparto di Riabilitazione, a fronte dei 50 posti programmati e 26 inaugurati, ne ha attivi soltanto 16 (o 20);

  • l'ospedale ha un solo vero reparto per acuti, quello di Medicina, coadiuvato dalla terapia intensiva;

  • la Chirurgia svolge solo interventi programmati che si risolvono dal lunedì al venerdì: chiude il sabato e la domenica.

L'Ulss 5 vive di propaganda, getta fumo negli occhi, confonde le acque. Come quando spaccia per reparto ospedaliero l'ospedale di comunità che, invece, dispone soltanto di assistenza infermieristica e che potrebbe essere collocato anche esternamente all'ospedale, in un punto sanità o in una casa di riposo.

Ma l'ospedale di Trecenta no, non vive di propaganda. Vive se viene ripristinato il Pronto Soccorso, se accoglie reparti e servizi utili alla popolazione.

Nessun ospedale in Veneto è stato tanto taglieggiato dai Piani Socio Sanitari Regionali. E l'Ulss 5 non da attuazione nemmeno a quelli.

Le soluzioni proposte dal nuovo direttore generale sono lontanissime dal necessario: un medico in più per il Punto di Primo Intervento non lo trasformerà in un Pronto Soccorso. Promettere di valorizzare l'ospedale con "reparti e servizi di eccellenza oltre che con l’ospedale di comunità" suona come una presa in giro. Ci basterebbe la normalità.

All'ospedale di Trecenta SERVE MOLTO, MOLTO DI PIU'

Data, 2 aprile 2024

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”

-----FINE DOCUMENTO

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22.3.24

L'appello per l'adesione alla Manifestazione regionale di Mestre

Per il Veneto la Manifestazione sarà a MESTRE Sabato 6 APRILE 2024, ore 14.00, dal piazzale della stazione ferroviaria

Le adesioni all'appello sotto riportato, singole o di gruppo, vanno inviate alla mail di CoVeSaP:

mail.covesap@gmail.com

Covesap - Coordinamento Veneto Sanità Pubblica

#sanitàpubblica

#mestre6aprile2024





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20.3.24

Mestre, Sabato 6 Aprile 2024: 4^ Manifestazione Regionale in Difesa della Sanità Pubblica


Per il pieno rispetto dell'art. 32 della Costituzione che tutela la salute come diritto fondamentale

Per la salvaguardia e il rilancio di un sistema sanitario nazionale, equo, accessibile, universale

Contro i tagli e lo smantellamento dei servizi socio sanitari pubblici

Contro la privatizzazione della sanità

@Covesap - Coordinamento Veneto Sanità Pubblica

#sanitàpubblica

#mestre6aprile2024

PresaDiretta - Stop ai veleni - L'inquinamento da PFAS, Puntata del 18 marzo 2024

Durata 101 min

Si possono trovare in uno smalto, negli imballaggi da fast food, persino nelle lenti a contatto: si chiamano Pfas, sostanze per-e poli fluoroalchiliche e sono stati definiti "inquinanti eterni" perché si trovano nell'acqua, nei cibi, addirittura si trasmettono di madre in figlio e per distruggerli è necessaria una temperatura di almeno 1000 gradi.

"Presadiretta", il programma di Riccardo Iacona in onda lunedì 18 marzo alle 21.20 su Rai 3, racconta questo nemico invisibile attraverso un viaggio nelle zone più contaminate in Italia e nel resto di Europa.

Si parte dal Veneto, dove tutto è iniziato e dove la Miteni ha prodotto un tipo di Pfas per oltre 50 anni e ora deve affrontare un processo per disastro ambientale. In Piemonte il gruppo chimico belga Solvay produce tuttora Pfas.

In Toscana una nuova indagine di Greenpeace conferma che alcuni distretti industriali contribuiscono alla contaminazione da Pfas delle acque superficiali. E poi nelle Isole Faroe, tra Gran Bretagna e Islanda, dove molti abitanti presentano tracce di Pfas nel sangue e dove il maggior esperto di queste sostanze, Philippe Grandjean sta conducendo una ricerca sugli effetti sul corpo umano.

Sulla pericolosità di queste sostanze si è interrogata l'Unione Europea: Norvegia, Svezia, Germania, Paesi Bassi e Danimarca hanno chiesto che i Pfas vengano vietati in blocco. L'Italia non si è pronunciata in merito, nonostante sia uno dei Paesi europei più inquinati dai Pfas.

Migliaia di persone che vivono nelle zone contaminate soffrono di patologie anche mortali e l'industria sta cercando di correre ai ripari con nuove tecnologie per "vivere senza Pfas".

Ma liberarsi da queste sostanze tossiche non è facile e bonificare fiumi e terre avvelenati richiede un costo molto alto tanto che la giornalista di Le Monde Stéphane Horel ha detto: "l'inquinamento dei Pfas rappresenta la bancarotta dell'epoca moderna".

https://www.raiplay.it/video/2024/03/Stop-ai-veleni---Presa-Diretta---Puntata-del-18032024-16c15f8c-4186-4a3d-a11d-086c5017bf0f.html?fbclid=IwAR3RW3cBwBz56tC0LWhHNVf1X42RXVeCMh-VVWxw5wv_5WLGqzBHdO0fQss


15.3.24

Coordinamento lombardo Sportelli salute. Un esempio da imitare

Nell'ultima puntata di Presadiretta (vedi post precedente) si è parlato anche di una preziosa iniziativa organizzata dai comitati lombardi a difesa della sanità pubblica: gli sportelli salute.

Vedi il sito web: https://www.sportellisalute.lo.it/sito/

ma non inviate richieste dal Veneto, sono già oberati da numerosissime richieste dalla Lombardia. Per il Veneto ci dobbiamo organizzare noi, ci dobbiamo impegnare noi, dobbiamo attivarci noi.

Presadiretta - Sanità S.P.A. Puntata dell'11 marzo 2024

Ambulatori a pagamento per decongestionare il pronto soccorso degli ospedali, medici pagati con un gettone presenza per sopperire alla carenza di organico delle strutture pubbliche, analisi nei laboratori privati per saltare liste d'attesa di mesi e mesi: la sanità italiana si sta trasformando in una società per azioni?

Presadiretta è andata negli ospedali di Lombardia e Calabria per capire se la trasformazione in atto del sistema sanitario nazionale verso la privatizzazione sia la strada giusta per assicurare il diritto alla salute dei cittadini.

Nonostante il governo Meloni abbia investito 2,4 miliardi di euro per aumentare gli stipendi, non si ferma la grande fuga del personale sanitario. Tra il 2020 e il 2022 180 mila tra medici e infermieri hanno scelto di lasciare la sanità pubblica, migliaia di loro sono fuggiti in Paesi come la Francia dove guadagnano molto di più e non sono costretti a turni massacranti.

A sostituirli negli ospedali sono arrivati i medici e gli infermieri a chiamata, comunemente detti gettonisti, perché lavorano, appunto, a gettone. Sono organizzati in cooperative e si spostano a seconda del bisogno, dell'offerta e delle condizioni.

L'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione, ha calcolato che in 4 anni dal 2019 al 2023 i medici e infermieri gettonisti sono costati allo Stato 1,7 miliardi di euro. La spesa più alta in Lombardia con 1400 liberi professionisti in corsia. Ma c'è chi continua a lavorare nel pubblico, che ha fatto di ospedali come il Maurizio Bufalini di Cesena un polo d'eccellenza, punto di riferimento per tutti.

https://www.raiplay.it/video/2024/03/Sanita-SPA---Presa-Diretta---Puntata-del-11032024-5c2ca596-81eb-47dd-8a84-f0d8ed9d8fea.html?fbclid=IwAR0Do2bgI0pysHUPaXcdavGsr1tUEwxAoP9qJbcqVh6cmD58cRqW5Ufk7rs